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  • Asia Bibi, prime parole dal Canada: “Non ho mai indebolito la mia fede”

    Asia Bibi, prime parole dal Canada: “Non ho mai indebolito la mia fede”

    E Jan Figel, inviato speciale dell’Unione Europea per la libertà religiosa, spiega ad ACI Stampa le tappe che la hanno portata in Canada

    BUDAPEST, 11 settembre, 2019 / 6:00 PM (ACI Stampa).

    Dal luogo in Canada dove è con la sua famiglia a seguito dell’assoluzione dalla condanna a morte per blasfemia, Asia Bibi invia un audio messaggio al mondo, sottolinea di non aver perso la fede, chiede di ascoltare con cura qualunque accusato prima di condannarlo e mostra preoccupazione per quanti sono ancora in prigione condannati per blasfemia in Pakistan.

    Papa Francesco saluta i familiari di Asia Bibi al termine di una udienza generale nel 2015 Foto: © Service Photo Vatican – SFV

    La donna, madre di cinque figli e al centro di una grande mobilitazione internazionale, era stata condannata a morte per blasfemia nel 2010 in Pakistan, dopo una disputa con delle donne musulmane per via di un bicchiere di acqua. La condanna era stata confermata nel 2014, ma lo scorso anno la Corte Suprema del Pakistana aveva cancellato la condanna. Per otto mesi, Asia Bibi è rimasta con il marito in una località segreta del Punjab per otto mesi, in attesa della revisione della sentenza, e poi si è potuta rifugiare in Canada.

    Nel video, Asia Bibi sottolinea di credere in Gesù e attribuisce la sua libertà a Gesù. “Non ho mai indebolito il mio credo. Voglio chiarire questo, che non ho fatto niente di sbagliato. Chiedo a tutto il mondo di pensare prima di prendere una decisione sbagliata. Ascoltate, prima, poi decidete”.

    Asia Bibi chiede anche di pensare alle persone “nel braccio della morte per blasfemia”, di pensare loro “in maniera positiva e di essere positivi nei loro confronti”, di andarli a visitare ed ascoltarli. E poi aggiunge: “Questo è il mio messaggio, è la mia passione, è la mia richiesta al mondo. Per favore, in nome di Dio, non accusate nessuno ingiustamente”.

    Infine, chiede che “tutti i popoli da tutte le religioni devono vivere insieme in pace, sicurezza e fratellanza”.

    In particolare, Asia Bibi ringrazia Jan Figel, inviato speciale dell’Unione Europea per la libertà religiosa fuori dell’Europa.

    Parlando con ACI Stampa, Jan Figel ha sottolineato che la ragione per cui Asia Bibi è dovuta rimanere in Pakistan otto mesi prima di poter essere messa al sicuro è dovuta al fatto che “il governo di Imran Khan e le forze militari in Pakistan hanno usato questo ritardo per portare la situazione nella nazione sotto vero controllo”.

    Figel ha anche detto che “sotto il precedente governo di Sharif, i mullah con relativamente piccoli gruppi di seguaci potevano prendere le strade in ostaggio, e de facto hanno dettato alcune decisioni al governo eletto. Ora, i leader dei gruppi militanti e gli estremisti violenti sono stati messi in carcere dopo le pubbliche proteste”.

    Figel ha lanciato la Dichiarazione per la Dignità Umana per Tutti e in Ogni Luogo, firmata da accademici e politici. Figel è stato coinvolto nel caso Asia Bibi anche per mettere in luce i temi della libertà religiosa, considerando che il caso della donna pakistana è diventato famoso in tutto il mondo perché si è trattato di un evidente “abuso della libertà di religione”.

    Figel ha potuto andare in Pakistan la prima volta nel dicembre 2017, dopo un anno di lavoro, e ha fatto una seconda visita nel 2018. Figel ha sottolineato che “nei miei dialoghi, a tutti i livelli, ho parlato dell’importanza della dignità e della giustizia per tutti gli abitanti del Pakistan, specialmente le minoranze. Ho parlato instancabilmente con i miei interlocutori di alto livello dell’importanza che ci siano chiari segni che le autorità pakistane si stanno muovendo verso uno Stato di diritto e una giustizia per tutti. La giustizia in ritardo è una giustizia negata”.

    Durante i suoi incontri, Figel ha anche messo in luce come il caso di Asia Bibi fosse sotto osservazione da parte di tutta la comunità internazionale. Il Pakistan si sentiva protetto da una serie di rapporti commerciali con l’Unione Europea, ma Figel ha sottolineato che “lo status quo” non è abbastanza, e che il Pakistan avrebbe dovuto anche rispettare i trattati internazionali che proteggono le minoranze.

    Nonostante tutti questi colloqui, Figel ha notato che “ci sono stati reali progressi solo dopo le elezioni d’estate in Pakistan e con l’arrivo del governo di Irman Khan. Il governo è stato tanto coraggioso da togliere la responsabilità dalle mani dei gruppi militanti che, durante il precedente governo avevano tenuto in ostaggio la nazione”.

    Dopo la decisione della Corte Suprema di rilasciare Asia Bibi, il ruolo di Figel è stato indirettamente messo in luce da una dichiarazione del novembre del 2018 da parte del network islamico militante Pakistano. La dichiarazione attaccava il governo di Imran Khan e gli alleati che stavano liberando Asia Bibi, e tra questi includevano Figel come alleato di questo governo.

    L’inviato speciale dell’Unione Europea ha detto di aver “realizzato a quel punto che sarei potuto diventare un obiettivo dell’estremismo violento. In fondo, hanno ucciso i difensori di Asia Bibi (come il ministro federale Shabbaz Bhatti, il governatore del Punjab Salman Taseer) e hanno molti seguaci all’estero”.

    Dopo il rilascio di Asia Bibi, non ha potuto visitare il Pakistan, ma ha potuto tenersi in contatto con Asia Bibi in maniera regolare, mentre lei era in custodia in un posto segreto in Punjab. “Abbiamo avuto anche frequenti scambi video ed audio grazie a un mio collaboratore in Punjab che è stato molto coraggioso. Asia Bibi è stata grata per la sentenza positiva e il fatto che i bambini fossero sicuri all’estero. Ma con i lunghi ritardi dovuti alla revisione giuridica della sentenza e nessuna certezza su come tutto si sarebbe evoluto, aveva bisogno di supporto umano e psicologico in alcuni periodi”.

    Dopo la sentenza positiva della Corte Suprema, era chiaro che la famiglia dovesse lasciare il Paese, e così sono cominciati i lavori per garantire alla famiglia assistenza umanitaria di emergenza in diverse nazioni. Si parlava di tre diverse nazioni europee e del Canada, e il Canada a dicembre ha confermato formalmente che avrebbe garantito asilo con una dichiarazione del Primo Ministro Justin Trudeau a Parigi, durate il centesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale.

    Così, “con l’aiuto di un’altra nazione, le figlie di Asia Bibi e la famiglia che si prendeva cura di loro sono state portate da Lahore a un posto sicuro in Canada, l’unica nazione che era pronta ad accoglierlo”.

    I negoziati sono stati supportati dalla Santa Sede, e un segnale incoraggiante è venuto dalla decisione di Papa Francesco di creare cardinale l’arcivescovo di Karachi Joseph Coutts nel 2018.

    Quando Asia e suo marito Ashiq hanno avuto il passaporto e il permesso di viaggiare, “il Canada era l’unica destinazione logica dove la famiglia si sarebbe riunita. Questo è stato un tema decisivo. Altri governi hanno offerto assistenza, ma il Canada era la soluzione più semplice”.

    Figel ha aggiunto che “Asia Bibi è una donna mirabilmente coraggiosa e una madre attenta. Non ha mai abbandonato la sua fede cristiana, e se si fosse convertita avrebbe avuto la libertà immediata. Ha rappresentato un incoraggiamento per molti altri che affrontano accuse di blasfemia”.

    La sua figura può essere alla base di un movimento di riforma in Pakistan che tocca anche la legge sulla blasfemia. Non solo. Per Figel, tutto questo prova che l’Unione Europea è un “soft power che può facilitare positivi cambiamenti nel mondo su giustizia, sviluppo sostenibile, protezione dei diritti umani, attraverso una più efficiente promozione della Libertà Religiosa”.

    https://www.acistampa.com/story/asia-bibi-prime-parole-dal-canada-non-ho-mai-indebolito-la-mia-fede-12190

  • Asia Bibi rompe su silencio y dice que quiere mudarse a Europa

    Asia Bibi rompe su silencio y dice que quiere mudarse a Europa

    Tras pasar 9 años en el corredor de la muerte por una acusación falsa de blasfemia, Asia Bibi es entrevistada por un diario británico. Asia cuenta los años terribles de prisión y como se logró su liberación, así como los planes de futuro que tiene.

    La mujer cristiana pakistaní que estuvo 9 años en el corredor de la muerte de Pakistán, por una falsa acusación de blasfemia, y que ahora vive como refugiada en Canadá, ha sido entrevistada por el Sunday Telegraph, y en la entrevista ha comentado sus planes de ir a Europa y ha pedido justicia para todos aquellos que sufren la ley draconiana que la mantuvo en la cárcel.

    Han pasado 4 meses desde que Asia Bibi dejase Pakistán. Lo hizo en circunstancias terribles, debido a la persecución de los musulmanes radicales. Pese a que el Tribunal Supremo de Pakistán no había encontrado pruebas de blasfemia, y la había exonerado, los grupos radicales seguían empeñados en quererla linchar, por lo que tras el juicio, tuvo que permanecer escondida varios meses.

    El primer pensamiento de la mujer en la entrevista es para su país, Pakistán, porque se le rompió el corazón al tener que dejar la tierra de sus padres, su tierra, por las amenazas de las integristas. Cuando por fin se confirmó su liberación, la preocupación por su seguridad primó y “no pude ni despedirme de mi padre en mi aldea. Pakistán es mi país y lo amo”, dijo Asia Bibi.

    La dureza de esas condiciones hundió a Asia Bibi en una depresión y tuvo que ser tratada de problemas de corazón.

    Jan Figel, Enviado Especial de la Unión Europea para la Libertad Religiosa -que fue uno de los que posibilitó la libertad de Asia- ha dicho que “Asia es una mujer valiente y una madre amante”, que se ha negado a renunciar a su fe cristiana a cambio de una liberación inmediata. La propia Asia comentaba en la entrevista que está esperando mudarse a Europa “en los próximos meses”.

    Pero Asia Bibi no se olvida tampoco de quienes siguen en el corredor de la muerte por las mismas acusaciones, y a los que el mundo ha prestado la misma atención. Es Departamento de Estado Estadounidense calcula que hay por lo menos 77 personas en Pakistán acusadas de Blasfemia.

    “Pido al mundo entero que pongan atención a este problema. La manera en la que alguien puede ser acusado de blasfemia, sin una investigación adecuada, debería darse a conocer. Esta ley de Blasfemia debería ser revisada y se deberían dar sistemas de investigación adecuados cuando se aplique esta ley. No debermos considerar a alguien culpable sin pruebas”, ha defendido Asia Bibi, que agradeció al Tribunal Supremo de Pakistán por exonerarla pero recordó que otros necesitan también juicios justos “Hay muchos otros casos en los que los acusados están en la cárcel durantes años y también se les debe escuchar.”, ha sentenciado Asia Bibi.

  • Život na Slovensku môže byť dôstojný pre nás všetkých

    Život na Slovensku môže byť dôstojný pre nás všetkých

    Rozhodol som sa kandidovať do Európskeho parlamentu s hnutím, ktoré som kedysi zakladal. Keď ho iní opustili, chcem ho posilniť. Aj preto som prijal posledné, 14. miesto na kandidátnej listine KDH. Mojím cieľom je aby EÚ trvalo a účinne podporovala náboženskú slobodu, aby pomáhala pri ochrane a návrate kresťanov do ich domovov na Blízkom východe, aby presadzovala rešpektovanie základných ľudských práv v rámci rozvojovej pomoci a obchodno-ekonomických vzťahov. Váš hlas pre mňa je preto hlasom pre ochranu náboženskej slobody.

    Moje vymenovanie za prvého Osobitného vyslanca EÚ pre podporu slobody náboženstva alebo viery vo svete v roku 2016 bolo reakciou na genocídu kresťanov a iných menšín v Iraku a v Sýrii zo strany tzv. Islamského štátu ISIS. Ako občan Slovenska tak formujem novú politiku EÚ a reprezentujem jej tvár vo svete. Za tri roky sa mi podarilo pomôcť mnohým utláčaným veriacim po celom svete a získať medzinárodnú podporu. Pomohol som pri oslobodení dvoch skupín väzňov svedomia v Sudáne (jednu viedol český aktivista Petr Jašek, druhú sudánsky obhajca ľudských práv Ibrahim Mudawi). Pričinil som sa o prepustenie na smrť odsúdenej kresťanskej ženy-matky Aasie Bibi v Pakistane a ďalších väzňov. Napomáhame zmiereniu a medzináboženskému dialógu vo viacerých krajinách konfliktov. Aj tým sa znižuje počet utečencov a migrantov do Európy. EÚ má byť bezpečným priestorom so spoľahlivou ochranou vonkajších hraníc, ale aj šíriteľom ľudskosti vo svete. Rozumná solidarita sa oplatí. Som rád, že moju prácu a mandát ocenilo v januári 576 poslancov EP. Táto činnosť získala aj medzinárodnú odozvu: Maďarsko, Poľsko, Dánsko, Veľká Británia, Nemecko a Litva tiež vytvorili podobné úrady. V spolupráci tak zlepšujeme náboženskú slobodu.

    V EP chcem využiť skúsenosti z rôznych úloh – štátneho tajomníka našej diplomacie a hlavného vyjednávača pre vstup SR do EÚ, prvého slovenského eurokomisára pre oblasť vzdelávania, odbornej prípravy, kultúry, mládeže, športu, občianskej spoločnosti a viacjazyčnosti, ministra vlády zodpovedného za dopravu, telekomunikácie, poštu, výstavbu, regionálny rozvoj, cestovný ruch a centrálnu koordináciu eurofondov a podpredsedu NR SR. Vždy som sa usiloval o modernizáciu a dynamický rozvoj Slovenska a o zodpovedné nakladanie s verejnými financiami. Odštartoval som univerzitný program Erasmus Mundus, ktorý sa stal najvýznamnejším vo svete vzdelávania. Zakladal som Európsky inovačný a technologický inštitút EIT, aby bola EÚ vedecky, výskumne, technologicky a hospodársky konkurencieschopnejšia. Zachránili sme Slovensku miliardy eur pri výstavbe diaľnic. Čas potvrdzuje dôležitosť novelizácie ústavy, v ktorej sme ukotvili ochranu manželstva ako zväzku medzi mužom a ženou. Je to základ prorodinnej politiky a hrádza proti rodovej ideológii. Ak EÚ nebude rešpektovať kresťanské hodnoty, na ktorých vznikla, vyprázdni sa a dostane do vnútorných konfliktov.

    Život na Slovensku môže byť dôstojný pre nás všetkých. K tomu však potrebujeme spravodlivý štát a zodpovednú Európu. S pokorou a odvahou Vám pre tento dôležitý cieľ ponúkam svoje skúsenosti, poznanie a sily a uchádzam sa o Vašu podporu.

    https://europskenoviny.sk/2019/04/18/jan-figel-zivot-na-slovensku-moze-byt-dostojny-pre-nas-vsetkych

  • Workshop : Promouvoir la liberté de religion – Les Récréâtrales au Burkina Faso en 2018

    Workshop : Promouvoir la liberté de religion – Les Récréâtrales au Burkina Faso en 2018

    Workshop : Promouvoir la liberté de religion ou de conviction et le respect de la diversité: le rôle des arts et de la culture. Festival Les Récréâtrales de Ouagadougou, Burkina Faso, Octobre 2018

  • Libertà religiosa nel mondo: Figel’ (Ue), “violenze e discriminazioni, serve un’azione decisa e cora

    Libertà religiosa nel mondo: Figel’ (Ue), “violenze e discriminazioni, serve un’azione decisa e cora

    L’ex commissario europeo ricopre l’incarico di inviato speciale per la promozione della libertà di religione o di credo nel mondo. Al Sir spiega la drammatica situazione che si registra oggi in molti Paesi. “C’è in gioco – chiarisce – un criterio di civiltà. Si tratta di una cartina di tornasole di tutti i diritti umani. Quando mostriamo la nostra solidarietà ragionevole e tempestiva con coloro che soffrono, stiamo preservando l’umanità e stiamo operando contro l’odio e la violenza”

    Alla fine della primavera 2016, la Commissione europea aveva istituito la carica di inviato speciale per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Ue. A più di due anni di distanza, ne parliamo con l’incaricato, il primo inviato speciale, Ján Figeľ, slovacco, già Commissario europeo, ministro nel suo Paese. Un confronto a partire dalle aree del mondo più critiche in relazione alla libertà religiosa, per addentrarci nelle persecuzioni delle minoranze religiose, negli eventuali miglioramenti della situazione e nelle principali sfide che si riscontrano oggi in questo campo.

    Quale situazione ha trovato, al momento della sua nomina, a proposito della libertà religiosa? E oggi, a che punto siamo?

    La mia nomina è stata una reazione alle atrocità e ai genocidi contro cristiani, yazidi e altre minoranze religiose ed etniche in Medio Oriente commesse dai terroristi dell’Isis. La guerra in Iraq è finita e ora dobbiamo lavorare sulla riconciliazione e la ricostruzione. Anche gli anni di guerra più difficili in Siria sono finiti e il Paese, si spera, raggiungerà una pacificazione. Milioni di rifugiati hanno però bisogno di tornare a casa. Atrocità di massa contro i Rohingya sono state commesse dai militari in Myanmar nel 2017 e oltre 700mila persone perseguitate sono fuggite in Bangladesh. D’altro lato, risulta evidente una maggiore consapevolezza dell’importanza della libertà religiosa. Posizioni politiche, programmi diplomatici e progetti di sostegno specifici dedicati alla situazione delle minoranze religiose sono stati stabiliti negli ultimi anni in Danimarca, Germania, Regno Unito, Ungheria, Italia, Polonia…

    I dati statistici dicono che il 79% delle persone vive in Paesi con situazioni difficili nel campo della libertà religiosa. È un numero alto… Quali sono le problematiche più critiche e quali gruppi di popolazione sono maggiormente a rischio nel mondo?

    Sì, la situazione è terribile e le tendenze sono preoccupanti. Fondamentalmente, possiamo parlare d’intolleranza religiosa, discriminazione e persecuzione a tutti i livelli possibili. I credenti sono perseguitati in molte regioni del mondo. Le minoranze, in tanti Stati, subiscono ostilità sociale, vessazioni per mano di agenzie governative o da parte di attivisti non statali. Vengono discriminati nell’accesso all’istruzione, all’occupazione, agli uffici pubblici, al diritto di proprietà. Nel mondo, 13 Stati applicano la pena di morte per ateismo, 22 Paesi per conversione e oltre 70 Paesi hanno leggi che puniscono la blasfemia. Vediamo l’estremismo violento alimentato dal terrorismo islamico, dal nazionalismo indù o buddista, ma anche dallo statalismo ateo o dal laicismo ideologico. Il trattamento altamente disumano delle minoranze è una forma di genocidio; sfortunatamente non si tratta soltanto di una minaccia storica o teorica, ma di un’evidente incapacità di proteggere i gruppi vulnerabili. Il secolo dei genocidi interpella la nostra coscienza e la nostra responsabilità consiste nel generare una differenza positiva per il futuro dell’umanità.

    Qual è il significato della libertà di credo in questo nostro tempo?

    La libertà di religione o di credo è un criterio di civiltà. È una cartina di tornasole di tutti i diritti umani. Quando mostriamo la nostra solidarietà ragionevole e tempestiva con coloro che soffrono, stiamo preservando l’umanità e stiamo operando contro l’odio e la violenza.

    Abbiamo bisogno di persone intelligenti più che di apparecchi telefonici intelligenti! Significa che in un mondo globalizzato ricco di diversità dobbiamo imparare anche l’alfabetizzazione religiosa, accanto a quella digitale. Quando difendiamo e prestiamo assistenza alle comunità perseguitate, affrontiamo anche le radici della crisi dei rifugiati. E, allo stesso tempo, confermiamo la nostra identità, perché la nostra memoria e la nostra identità sono strettamente interconnesse.

    Prendiamo tre grandi religioni monoteistiche: l’islam, l’ebraismo e, naturalmente, il cristianesimo. Come possono unire le loro forze per promuovere la libertà religiosa?

    Se c’è una minoranza perseguitata all’interno di un Paese, anche le altre minoranze saranno sottoposte a questa minaccia. Ne troviamo molti esempi in Medio Oriente, in Nord Africa o nel Sud-Est asiatico. Tutti noi siamo minoranze alcune volte e in alcuni luoghi. Pertanto, è importante trattare le minoranze in modo equo e su una base di uguaglianza. A tutti quanti – laici o religiosi – viene rivolto un pressante invito ad agire gli uni verso gli altri nello spirito della fratellanza. Le tre religioni monoteistiche dovrebbero dare l’esempio in positivo. Esse svolgono un ruolo cruciale nella promozione della giustizia e della pace, specialmente in Medio Oriente, la culla della loro cultura. Ci è voluto molto tempo prima di poter vedere il grande leader cristiano, Papa Paolo VI, entrare in una sinagoga e di vedere Giovanni Paolo II varcare la soglia di una moschea. L’anno scorso, Papa Francesco e la suprema autorità islamica sunnita, il Gran Mufti di Al Ahzar, si sono incontrati al Cairo. I fedeli del cristianesimo, dell’ebraismo e dell’islam rappresentano oltre il 55% della popolazione mondiale. Quando la maggioranza della popolazione mondiale agirà per un mondo migliore, questo obiettivo potrà essere raggiunto!

    I leader religiosi e le comunità di fede hanno la loro quota di “responsabilità sociale religiosa” per far prevalere la pace, la giustizia e lo sviluppo sostenibile.

    Lei sta attirando l’attenzione dell’Unione europea sui gravi problemi concernenti la libertà religiosa. Su quali competenze e strumenti può contare con il suo incarico per intervenire concretamente?

    Il mio impegno in questo ruolo equivale a una missione pioneristica. Mi adopero per comunicare, per aprire le porte, le menti e i cuori e per collaborare con coloro che sono disposti a cooperare con l’Ue. Io non impartisco insegnamenti, non predico, non lancio accuse, ma mi sforzo di capire la situazione, le radici dei problemi e di trovare soluzioni efficaci. Quando troviamo un linguaggio comune e un terreno comune, esiste la possibilità di definire anche interessi e obiettivi comuni. Nel profondo di se stessi, tutti concordano che esiste un bene comune. Io non ho buone competenze o un ricco budget, ma faccio affidamento sulla fiducia e sul sostegno della Commissione europea e sulla diplomazia dell’Ue. Per il sostegno ai diritti umani, inclusa la tutela della libertà religiosa, viene utilizzato uno strumento finanziario specifico, lo “Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani”, che può contare su un budget di 1,4 miliardi di euro. Per la prima volta, sosteniamo anche il dialogo interreligioso e interculturale come prevenzione dell’estremismo violento.

    Nel Parlamento europeo c’è un crescente sostegno all’istituzionalizzazione del mandato dell’inviato speciale, al potenziamento delle capacità personali e al rafforzamento dei fondi disponibili per questa funzione.

    https://www.agensir.it/europa/2018/11/12/liberta-religiosa-nel-mondo-figel-ue-violenze-e-discriminazioni-serve-unazione-decisa-e-corale

  • В ЕС заявили о массовой дискриминации по религиозному признаку в мире

    В ЕС заявили о массовой дискриминации по религиозному признаку в мире

    МОСКВА, 31 мая — РИА Новости. Свобода религиозных убеждений большей части населения планеты подвергается давлению, заявил на конференции “Религиозные свободы в мире. Путь к диалогу” спецпредставитель Евросоюза по религиозным организациям вне объединения Ян Фигель.

    Участниками проходящей в Москве конференции, организаторами которой выступили Межрелигиозный совет РФ, Российская ассоциация защиты религиозной свободы и Фонд Григория Богослова, стали представители христианских конфессий страны, ислама, иудаизма и буддизма, представители органов государственной власти, представители ЕС и ОБСЕ, а также эксперты.”Семьдесят девять процентов населения Земли живут в таких местах, где оказывается огромное давление на свободу их религиозных убеждений. И, к сожалению, эта цифра растет… Нам нужно изменить религиозный климат на планете”, — заявил Фигель.

    Особую обеспокоенность, по его словам, вызывает проблема геноцида христиан, езидов, мусульман и других религиозных групп на Ближнем Востоке. Он подчеркнул, что “нельзя спустить эту ситуацию на тормозах”, поэтому нужно действовать. В этой связи Евросоюз выработал принципы соблюдения свободы религии, и впервые в истории в Европарламенте появилась группа по взаимодействию в вопросах религиозной свободы, подчеркнул Фигель.

    “Геноцид, который происходит в Сирии и Ираке, показывает, что если страдает одна группа, то вместе с ней страдают и другие. Если атаки осуществляются на одну группу, то другие тоже будут атакованы”, — отметил он.

    РИА Новости https://ria.ru/religion/20180531/1521779619.html

  • Духовенство и эксперты призвали защищать религиозные меньшинства в мире

    Духовенство и эксперты призвали защищать религиозные меньшинства в мире

    МОСКВА, 31 мая – РИА Новости. Духовенство и эксперты на международной конференции в Москве призвали власти стран мира уделять больше внимания защите религиозных меньшинств и обеспечению права граждан на свободу вероисповедания.

    Участниками конференции “Религиозные свободы в мире. Путь к диалогу”, организаторами которой выступили Межрелигиозный совет РФ, Российская ассоциация защиты религиозной свободы и фонд Григория Богослова, стали представители христианских конфессий страны, ислама, иудаизма и буддизма, представители органов государственной власти, представители ЕС и ОБСЕ, а также эксперты.

    “Вам предстоит обсудить серьезные, актуальные на сегодняшний день проблемы, главные из которых — соблюдение права на свободу совести в современном мире, совершенствование международных механизмов его защиты, обеспечение безопасности верующих в зоне военных конфликтов, развитие межрелигиозного и межконфессионального диалога”, — говорится в зачитанном от имени руководителя администрации президента РФ, председателя совета по взаимодействию с религиозными объединениями при президенте РФ Антона Вайно приветствии участникам мероприятия.

    Он также отметил, что консолидация усилий религиозных организаций является “важным условием укрепления мира и согласия на планете”.

    Рост нарушений

    Участвовавшие в мероприятии представители ЕС и ОБСЕ выразили тревогу в связи с ростом числа нарушений прав верующих по всему миру. Тенденция, по их словам, удручающая.

    “Семьдесят девять процентов населения Земли живут в таких местах, где оказывается огромное давление на свободу их религиозных убеждений. И, к сожалению, эта цифра растет… Нам нужно изменить религиозный климат на планете”, — заявил на конференции спецпредставитель Евросоюза по религиозным организациям вне объединения Ян Фигель.

    Наиболее тяжелая ситуация в Сирии и Ираке, где, отметил он, происходит геноцид религиозных меньшинств. Анализ ситуации показал, что “если страдает одна религиозная группа, то вместе с ней страдают и другие”.

    “Если атаки осуществляются на одну миноритарную группу, то другие тоже будут атакованы. Поэтому государственной власти очень важно обращать на религиозные меньшинства”, — отметил он.

    “Мы должны закончить век геноцида. XXI век должен стать эпохой гуманных ценностей. Не важно, какая религиозная группа – езиды, например, или бахаи – я всегда стараюсь вступаться за меньшинство. Всегда эта работа связана с тем, чтобы помогать свободе выражения веры”, — добавил представитель ЕС.

    Религиозная свобода

    В свою очередь представитель ОБСЕ по вопросам дискриминации христиан Сальвадор Мартинез призвал государственные власти помнить, что религиозная свобода является частью самого человека и его прав.

    “Свободу религии невозможно уничтожить, ведь чем больше на нее наступают, тем больше она проявляется в человеке. Практика показывает, что свобода вероисповедания всегда остается, несмотря ни на какие преследования”, — пояснил эксперт на конференции.

    Религиозные деятели отметили, что в основе религиозных прав человека лежит свобода воли. В этом же понятии большое значение имеет как раз духовный аспект.

    “Одно из самых фундаментальных свойств человеческой природы – свобода воли, которая выражается во внутреннем самоопределении личности перед лицом добра и зла. Свобода воли является тем свойством, утрата которого приводит к полной деградации человеческой личности. Над этой свободой человека, согласно христианскому учению, не властен никто: ни другой человек, ни общество, ни законы, ни какая угодно власть, ни демоны, ни ангелы, ни даже сам Бог”, — объяснил на мероприятии глава Российского союза евангельских христиан-баптистов Петр Мицкевич.

    РИА Новости https://ria.ru/religion/20180531/1521798133.html

  • “El Coliseo de Roma iluminado de rojo puede abrir mentes y corazones”

    “El Coliseo de Roma iluminado de rojo puede abrir mentes y corazones”

    Ján Figel, enviado especial de la Unión Europea para la Promoción de la Libertad Religiosa, expresa su apoyo a la iniciativa de Ayuda a la Iglesia Necesitada

    20/02/2018

    ACN.- El Coliseo de Roma se teñirá de rojo el próximo 24 de febrero a las 18:00, en memoria de la sangre derramada por los cristianos,incluidos los mártires de nuestra era. Tanto en Mosul como en Alepo edificios simbólicos serán iluminados para unirse a la iniciativa. Así mismo en Portugal el Santuario de Cristo Rey en Almada se iluminará de rojo.

    “Realmente aprecio esta iniciativa que es muy relevante y conecta lo histórico con la situación actual. Eventos como la iluminación del Coliseo logran abrir las mentes y los corazones de las personas;despertar el interés por el tema de la libertad religiosa y mostrar más solidaridad con los que sufren por este motivo”. Con estas palabras, Ján Figel, enviado especial de la Unión Europea para la Promoción de la Libertad Religiosa, expresa su apoyo a la próxima iniciativa de la fundación pontificia Ayuda a la Iglesia Necesitada y en particular, de la oficina en Italia.

    A la celebración en Italia han anunciado su participación personalidades como el secretario de Estado del Vaticano, cardenal Pietro Parolin, el secretario general de la Conferencia Episcopal Italiana, monseñor Nunzio Galantino y el presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani.

    ACN organiza tales iniciativas para que el mundo abra los ojos a las violaciones contra la libertad religiosa, silenciadas con demasiada frecuencia por los medios y la comunidad internacional. Una queja compartida por el mismo Figel. “Desafortunadamente, los medios y los políticos no prestan suficiente atención a esta situación. Ese silencio e indiferencia ayudan a quienes cometen tales crímenes y perjudican aún más a las víctimas”.

    Cartel del evento de Ayuda a la Iglesia Necesitada el 24 de febrero en el Coliseo de Roma

    Paul Bhatti, hermano de Shahbaz Bhatti, ministro paquistaní asesinado el 2 de marzo de 2011, elogia la iniciativa de ACN: “No podemos permanecer en silencio frente a estas personas valientes que sacrificaron sus vidas por su fe en Cristo y por los demás”. Durante la celebración se proyectarán en la fachada del Coliseo rostros de víctimas de la persecución cristiana en nuestros días, entre ellos Shahbaz Bhatti: “Mi hermano dio su vida no solo por los derechos de los cristianos, sino por los de todas las minorías, también de los musulmanes”, comenta Paul Bhatti recordando el trabajo del ministro asesinado en Pakistán por su esfuerzo para modificar la ley contra la blasfemia. “Es un deber – agregó Bhatti – rendir homenaje a estos mártires a través de eventos como este y honrar su memoria”.

    El estado actual de respeto a la libertad religiosa y al culto es “alarmante”, como dice el enviado de la UE para la libertad religiosa en el mundo. “El 75 por ciento de la población mundial vive en países donde existen violaciones graves o incluso extremas de este derecho fundamental. Y desafortunadamente esta tendencia continúa empeorando: las negaciones se ven exacerbadas por la intolerancia y la discriminación y, por la persecución que conduce incluso al genocidio”.

    Contemplar la heroicidad de los mártires es también dar aliento a la fe de Occidente, apunta Magdalena Santoro, hermana de Don Andrea, sacerdote asesinado en Turquía el 5 de febrero de 2006: “Si mi hermano estaba preocupado por los pocos cristianos que quedan en Turquía y que sufren serias limitaciones en la práctica de su fe, más aún lo estaba por la falta de fe en Occidente. ‘No sabéis lo que estáis perdiendo’, nos decía cada vez que nos visitaba en Italia”. “Hay muchas de esas historias que son una gran fuente de inspiración para todos nosotros – concluye Figel – Una figura que es particularmente querida para mí es la de San Maximiliano Kolbe, el sacerdote polaco que ofreció su vida en el campo de concentración Auschwitz para salvar la de un hombre de familia “.

    https://www.ayudaalaiglesianecesitada.org/noticias/el-coliseo-de-roma-iluminado-de-rojo-puede-abrir-mentes-y-corazones

  • Cristiani perseguitati: Ján Figel (Ue) aderisce all’iniziativa di Acs. Il 24 febbraio il Colosseo sa

    Cristiani perseguitati: Ján Figel (Ue) aderisce all’iniziativa di Acs. Il 24 febbraio il Colosseo sa

    “Apprezzo molto questa iniziativa che è altamente rilevante e capace di connettere la storia con l’attuale situazione. Eventi come l’illuminazione del Colosseo riescono ad aprire le menti e i cuori delle persone, facendole interessare al tema della libertà di fede”. Ján Figel, inviato speciale dell’Unione europea per la promozione della libertà religiosa, esprime il proprio sostegno all’iniziativa di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). Il prossimo 24 febbraio alle 18, la Fondazione pontificia illuminerà di rosso il Colosseo “in ricordo – spiega un comunicato – del sangue versato ancora oggi da tanti cristiani, in una serata che vedrà collegamenti con Mosul e Aleppo, nonché la partecipazione di personalità quali il segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, e il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani”. L’iniziativa di Acs intende “far volgere lo sguardo del mondo alle violazioni alla libertà religiosa, troppo spesso taciute da mezzi d’informazione e comunità internazionale”. La denuncia è condivisa dallo stesso Figel: “Purtroppo i media e i politici non prestano sufficiente attenzione a questa situazione. Il silenzio e l’indifferenza, invece, aiutano chi commette tali crimini e feriscono ulteriormente le vittime”.

    Per maggiori informazioni acs-italia.org/colosseo.

    Articolo: https://www.agensir.it/quotidiano/2018/2/16/cristiani-perseguitati-jan-figel-ue-aderisce-alliniziativa-di-acs-il-24-febbraio-il-colosseo-sara-colorato-di-rosso/

  • JÁN FIGEL, INVIATO SPECIALE UE, AD ACS: «SILENZIO E INDIFFERENZA AIUTANO I PERSECUTORI. IL COLOSSEO

    JÁN FIGEL, INVIATO SPECIALE UE, AD ACS: «SILENZIO E INDIFFERENZA AIUTANO I PERSECUTORI. IL COLOSSEO

    «Apprezzo molto questa iniziativa che è altamente rilevante e capace di connettere la storia con l’attuale situazione. Eventi come l’illuminazione del Colosseo riescono ad aprire le menti e i cuori delle persone, facendole interessare al tema della libertà di fede e al tempo stesso facendo loro mostrare maggiore solidarietà con le comunità sofferenti in tutto il mondo». Con queste parole Ján Figel, inviato speciale dell’Unione Europea per la Promozione della Libertà Religiosa, esprime il proprio sostegno all’iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il prossimo 24 febbraio alle ore 18, la Fondazione pontificia illuminerà di rosso il Colosseo in ricordo del sangue versato ancora oggi da tanti cristiani, in una serata che vedrà collegamenti con Mosul e Aleppo, nonché la partecipazione di personalità quali il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

    Se ACS organizza simili iniziative è per far volgere lo sguardo del mondo alle violazioni alla libertà religiosa, troppo spesso taciute da mezzi d’informazione e comunità internazionale. Una denuncia condivisa dallo stesso Figel. «Purtroppo i media e i politici non prestano sufficiente attenzione a questa situazione. Il silenzio e l’indifferenza, invece, aiutano chi commette tali crimini e feriscono ulteriormente le vittime».

    Lo stato attuale del rispetto della libertà religiosa e di culto in tutto il mondo è «allarmante», come afferma lo stesso inviato Ue per la libertà religiosa nel mondo. «Il 75 percento della popolazione mondiale vive in paesi in cui si registrano gravi o perfino estreme violazioni a tale fondamentale diritto. E si tratta purtroppo di una tendenza che continua a peggiorare: le negazioni si inaspriscono dall’intolleranza e dalla discriminazione e attraverso la persecuzione sfociano perfino nel genocidio».

    Di fronte ad un quadro tanto cupo è dunque imperativo squarciare il velo dell’indifferenza, anche attraverso il ricordo dei martiri cristiani di ieri e di oggi. «Ve ne sono molti le cui storie sono una grande fonte d’ispirazione per tutti noi – nota Figel – Una figura che, per affetto e cultura, mi è particolarmente cara è quella di San Massimiliano Kolbe, il sacerdote polacco che nel campo di concentramento di Auschwitz ha offerto la propria vita per salvare quella di un padre di famiglia».

    L’appuntamento è sabato 24 febbraio alle ore 18 in Largo Gaetana Agnesi.

    Per maggiori informazioni acs-italia.org/colosseo

    Articolo: http://acs-italia.org/acs-notizie-dal-mondo/jan-figel-inviato-speciale-ue-ad-acs-silenzio-indifferenza-aiutano-persecutori-colosseo-rosso-puo-aprire-menti-cuori/